Cantante, sassofonista, pianista, fisarmonicista, arrangiatore, compositore, autore. Uno dei più seguiti e apprezzati, con una carriera e una storia tutta da scoprire.
Pietro Galassi, classe 1974, si racconta ai microfoni di Radio Liscio nella nuova puntata di "Un caffè con l'artista", la rubrica condotta da Clara Taormina, in onda mercoledì 23 ottobre alle 8.10 e disponibile anche on demand nel podcast di Radio Liscio.
La vita artistica di Pietro Galassi inizia all'età di sedici anni e da allora non ha conosciuto soste, tanto da portare il suo nome nell'olimpo dei grandi interpreti e autori.
"Guardando la mia storia posso sicuramente dire che quando sono partito erano tempi più facili, c'erano più opportunità; adesso siamo in un momento un po' particolare, soprattutto per i giovani che si affacciano a questo mestiere".
Ma durante la lunga chiacchierata c'è stato il modo di ripercorrere le tappe più significative dei suoi inizi.
"Io mi sono innamorato di questo lavoro andando al sabato sera in balera con i miei genitori. Da sotto il palco ho potuto ammirare i grandi nomi. Poi la mia nonna mi ha regalato un'armonica a bocca per la prima comunione e quando hanno sentito che veniva fuori qualche suono decente mi hanno iscritto a una scuola di musica".
La prima occasione di salire su un palco arriva con l'orchestra emiliana di Tony Verga. Il giovane Galassi aveva solo sedici anni e prendeva il treno per raggiungere Reggio Emilia.
Tornato dal militare si avvera un sogno, quello di incontrare e conoscere il suo mito Sandrino Piva, leader dell'orchestra piacentina che rivoluzionò il modo di fare spettacolo nelle sale da ballo.
"Purtroppo poco dopo venne a mancare, ma aveva lasciato detto di me alla famiglia, e così mi vennero a chiamare e dal '94 al '98 trascorsi quattro anni meravigliosi con l'orchestra Piva. E' stata un'esperienza pazzesca. Poi sentii di aver bisogno di fare qualcosa per conto mio. Così tornai a La Spezia dove abito tuttora e provai una nuova esperienza".
Comincia così un'avventura ininterrotta che lo porterà a comporre oltre 400 brani, a calcare i più prestigiosi palchi italiani, a girare la penisola con la sua orchestra e ad avviare collaborazioni con i nomi più importanti della musica da ballo.
"E' nato tutto in questa stanza - ricorda - dove c'è il mio laboratorio con il pianoforte e gli strumenti di lavoro. Ho voluto fare qui anche l'intervista perché mi piace ormai l'odore, le cose che ci sono. Io stavo qua dentro e nascevano le canzoni, non avevo un piano B. Sono figlio di operai, quindi non è che i miei genitori mi potessero aiutare più tanto. Ma hanno creduto in me e mi hanno lasciato fare".
Tra pubblico e privato, ricordi e rimpianti, c'è stata anche l'occasione per parlare del settore della musica da ballo e delle orchestre in genere.
"Non è facile. Come vedi non c'è ricambio, i nomi delle orchestre sono sempre quelli; inoltre il nostro settore non è mai stato riconosciuto per quello che avrebbe meritato. Oggi avere un'orchestra è come avere un'azienda.
A un giovane che volesse partire io consiglio di essere se stesso, di far uscire la propria personalità. Bisogna andare sul palco e proporre quello che si sente, che si è, e vedere se funziona. Però non nascondersi dietro quell'apparenza che lì per lì ti può far vincere. Ma non sei tu.
Io all'inizio cantavo già le mie canzoni, Mascherina, Ti sposerò, e mi guardavano in modo strano. Poi però quello è stato il segreto del mio successo.
Se ci credi veramente alla fine ce la fai. Io non avrei mai pensato che oggi uno dei miei due cantanti è Manolo, proprio quel Manolo che io andavo a vedere con Sandrino Piva".
E poi la vita privata, il figlio e i progetti per il futuro. Insomma un'intervista tutta da ascoltare, in onda mercoledì 23 ottobre alle 8.10 e disponibile anche on demand nel podcast di Radio Liscio.