Forse non tutti sanno che a Piacenza ha sede l'Associazione Fondazione Gorbaciov, che ogni anno indica un candidato al Premio Nobel per la Pace.
Costituita nel 1998 e presieduta da Marzio Dallagiovanna, ha la sua attività più caratterizzante nell’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, istituiti al fine di elaborare progetti e soluzioni che indichino a capi di stato, politici e all’opinione pubblica internazionale nuove forme di convivenza tra i popoli basate sulla pace, sulla tolleranza e sul rispetto dei diritti della persona.
C’era un forte legame tra Mikhail Gorbaciov e la città di Piacenza, di cui l'ultimo presidente dell'Unione Sovietica fu ospite tre volte, una delle quali accompagnato dalla moglie Raissa.
Tra l’altro la città di Piacenza nel 2018 è stata nominata città mondiale della costruzione di Pace.
Come ogni anno si rinnova l'appuntamento con la candidatura, nell'ambito di un evento di ampio respiro culturale che vedrà tra gli ospiti musicali anche un importante esponente del nostro settore come Matteo Bensi, piacentino, già protagonista quattro anni fa con l'esecuzione del brano “E non chiamateci eroi”, diventato Inno ufficiale della candidatura al Premio Nobel per la Pace 2021 del Corpo Sanitario Italiano.
In occasione del quinto anniversario della diffusione della pandemia Covid in Italia (il 21 febbraio 2020 venne identificato il paziente zero di Codogno, l'inizio della prima devastante ondata per l'Italia a cui si cercò di porre rimedio con il lockdown nazionale a partire da domenica 8 marzo) la Fondazione Gorbaciov ha organizzato un evento speciale presso la Sala Arazzi in Galleria Alberoni venerdì 21 febbraio alle 20.45 dal titolo "Dal buio alla luce, arte musica per la vita".
Durante la parte cerimoniale sarà presentato il video "Per non dimenticare" e l'inno ufficiale "E non chiamateci eroi", composto da Matteo Bensi e Massimo Cantaldo.
Interverrà anche il Professor Luigi Cavanna, primario del reparto di oncoematologia dell’Ospedale di Piacenza, che si è distinto per essere intervenuto fin dal primo giorno di pandemia portando il sostegno medico casa per casa, creando le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali) e diventando un esempio per tutto il mondo.
Si entrerà poi nel vivo della candidatura al Premio Nobel per la Pace. Quest'anno la figura individuata è quella di Michelangelo Pistoletto, artista, pittore e scultore biellese, protagonista della corrente dell'arte povera. L'arte di Pistoletto abbraccia i temi della sostenibilità, dell'impegno sociale e della rigenerazione continua della società.
La seconda parte, musicale, vedrà invece protagonisti il cantautore Alberto Fortis, il primo violino del Teatro Alla Scala di Milano Kaori Ogasawara, il contrabbassista Nicola Iannone e, appunto, Matteo Bensi.
Il presidente dell'associazione Marzio Dallagiovanna chiuderà poi la serata con l'accensione del monolite "Dal buio alla luce".
Mai come in questo periodo di incertezze negli equilibri geo-politici mondiali l'evento assume una particolare valenza simbolica, come evidenzia il motto della Fondazione: verso la costruzione di una nuova civiltà. Ricorda Dallagiovanna "Noi ci occupiamo di problemi sociali, politici, economici e contribuiamo alla formazione di professionisti della nuova generazione per divulgare la conoscenza scientifica ma sempre finalizzata al fatto di cercare di rafforzare le basi morali e umanistiche delle persone e della società".